La biodiversità è un tesoro prezioso nel nostro Paese, un patrimonio da tutelare. La varietà biologica in tutte le sue forme, dai microbi alle piante, agli animali e fino alla specie umana con le sue diversità culturali, è nel Mediterraneo – e in particolare in Italia – una risorsa preziosa. Stando ai dati Ispra, nel nostro Paese è concentrata una diversità biologica tra le più significative di tutta l’Europa con 60.000 specie animali, 10.000 piante vascolari e oltre 130 ecosistemi.
Il National Biodiversity Future Center
Della tutela di questo patrimonio si occuperà il National Biodiversity Future Center (Nbfc), la prima struttura di ricerca italiana. Struttura che vede un finanziamento da 320 milioni di euro in tre anni, 2000 scienziati e 49 istituzioni impegnate a studiare, e a preservare, gli ecosistemi e la biodiversità del nostro Paese. Il centro di ricerca è il primo italiano dedicato alla biodiversità, riporta Adnkronos, ed è coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Tutela per gli ecosistemi terrestri, marini e urbani
“Il National Biodiversity Future Center coordinato dal Cnr, contribuisce così a monitorare, preservare e ripristinare gli ecosistemi terrestri, marini e urbani della Penisola e del Mediterraneo. Aiuta a valorizzare la biodiversità e a renderla un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile”. Lo ha spiegato la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza.
Questa attività, ha aggiunto Carrozza, “assume una rilevanza strategica nell’ottica di contribuire a raggiungere i traguardi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. In particolare per quanto riguarda la riduzione della perdita di biodiversità e la conservazione, il ripristino e il corretto utilizzo degli ecosistemi”.
Modello Hub & Spoke
Il presidente del National Biodiversity Future Center, Luigi Fiorentino, ha rilevato che il centro di ricerca “è stato concepito seguendo il modello Hub & Spoke. E’ un sistema di gestione e sviluppo delle reti nel quale le connessioni si realizzano – usando per analogia un’espressione riferita alla ruota della bicicletta – dallo spoke (raggio) verso l’hub (perno centrale) e viceversa”.
Coinvolti 2.000 ricercatori
Promosso dal Cnr insieme a 49 partner, tra università, centri di ricerca, fondazioni e imprese, Nbfc ha la sua sede centrale a Palermo. Per questo progetto è previsto un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025, e il coinvolgimento di 2000 ricercatori, la metà dei quali sono donne.
A sistema tutte le ricerche italiane sulla biodiversità
I bandi rivolti all’esterno del network coinvolgeranno poi una moltitudine di altri soggetti, nel segno della massima inclusività. Sarà una grande comunità che metterà a sistema tutte le ricerche italiane sulla biodiversità e le istituzioni già impegnate sul territorio (parchi, riserve, aree marine protette, associazioni ambientaliste, comunità e reti locali), rendendole un obiettivo strategico del Paese. L’obiettivo è anche lasciare in eredità, nel 2026, progetti che possano proseguire autonomamente.
Proteggere il 30% del territorio italiano entro il 2030
Attraverso questa rete nazionale estesa di università, centri di ricerca, associazioni e altri soggetti privati e sociali, il Consorzio avrà la possibilità di intraprendere azioni concrete, efficaci e immediate per arrestare la perdita di biodiversità. Contribuirà a perseguire l’obiettivo di proteggere il 30% del territorio italiano entro il 2030, come chiede l’Unione Europea. Inoltre promuoverà, nella scienza e nella politica, i processi di conservazione, ripristino e valorizzazione nella biodiversità.