Campioni si diventa, anche bevendo la giusta quantità d’acqua. Ne è un esempio recentissimo la splendida medaglia di Eleonora Giorgi, che ha marciato per 50 chilometri verso il traguardo e bevendo 10 litri d’acqua. Un bronzo che vale oro, anche perché l’atleta milanese ha corso nelle difficili condizioni ambientali di Doha. Ma l’idratazione è importante qualunque sia lo sport praticato, e a qualunque livello.
Quando si fa attività fisica, e se le performance sono estreme come quelle della Giorgi ancora di più, il rischio è che la disidratazione sorprenda all’improvviso: “E’ un nodo cruciale per qualsiasi prova di endurance, o resistenza, come questa. A differenza della fame, si fa sentire di colpo. Per questo l’idratazione dovrebbe iniziare molto prima, ed essere frequente, a piccole dosi. E questo vale anche per attività normali come il ciclismo”, ha spiegato alla Gazzetta dello Sport  il dottor Daniele Casalini, responsabile UO ortopedia e traumatologia II Istituti Clinici Zucchi di Monza, medico dello sport e dell’Inter.

Idratarsi anche quando non si avverte ancora la sete
Bisognerebbe inoltre bere anche quando non si avverte la sete, con costanza e non tutto di un colpo, perché il processo di disidratazione si attiva anche se non si fa niente, solo per il fatto di respirare. In ogni caso, è opportuno bere acqua o bevande isotoniche, mentre andrebbero evitate bevande zuccherine.  “Un’eccessiva quantità di zucchero fa male, soprattutto in simili condizioni”, spiega Casalini. “I sali minerali vengono introdotti già attraverso l’alimentazione, quindi l’acqua va benissimo”. L’aspetto più importante, ricorda il medico dello sport, è ricordarsi di bere anche quando non si avverte lo stimolo della sete: “E’ più facile combattere una crisi di fame che una crisi di sete. La crisi di sete non si vince”.