C’è voluto un telescopio potentissimo – si chiama Herschel, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) – per ricostruire il viaggio dell’acqua nel cosmo. Un viaggio affascinante, che ha attraversato nubi interstellari per arrivare ai pianeti abitabili e abitati, come la Terra. Il risultato, pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics ,si deve alla collaborazione internazionale che analizza i dati del telescopio spaziale, della quale l’Italia fa parte con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e promette di diventare un punto di riferimento per la ricerca in questo campo per i prossimi venti anni.

L’acqua “nasce” in una piccola stella
“Partendo dalle nubi interstellari, culla di nuove stelle e sistemi planetari, l’acqua è stata intercettata in una giovane stella che emette getti di materia. Poi gli occhi del telescopio Herschel, lanciato nel 2009 e operativo fino al 2013, hanno riconosciuto le tracce dell’acqua in un disco di gas e polveri da cui nascono nuovi pianeti” spiega l’Ansa. Fino a ritrovarla in un giovane pianeta esterno al Sistema Solare, dove è stata portata probabilmente dalle comete.
“La maggior parte dell’acqua si origina sotto forma di ghiaccio su piccole particelle di polvere nelle nubi interstellari fredde e poco dense”, osservano gli autori della ricerca. “Quando una di queste nubi collassa dando vita a stelle e pianeti – proseguono – l’acqua viene conservata, ancorandosi alle particelle di polvere che in questo stadio hanno le dimensioni di sassolini; poi, nel disco di materia che ruota intorno alla stella nascente, si aggregano a formare gli elementi costitutivi di futuri pianeti. Secondo questi calcoli la maggioranza dei sistemi planetari nascerebbe già con una quantità di acqua sufficiente a riempire molte migliaia di oceani”. In futuro il telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è previsto alla fine del 2021, permetterà di proseguire il lavoro di Herschel.