
Si chiama Trec (Traversing European Coastlines) il progetto europeo che si occuperà dell’analisi della biodiversità e dell’adattabilità della vita su scala molecolare in 120 siti di campionamento costieri in 22 paesi europei.
La missione Trec, che durerà due anni e toccherà anche il mare italiano, è finalizzata alla comprensione di come gli ecosistemi costieri rispondano alle pressioni antropiche e naturali. Soprattutto, gli scienziati vogliono identificare i metodi migliori per proteggere la vita delle coste marine.
Gli effetti della presenza umana
Le interferenze antropiche possono compromettere la diversità genetica delle specie che abitano le coste europee e gli ecosistemi funzionali che essi sostengono. La missione mira ad avviare una nuova era dell’esplorazione degli ecosistemi costieri grazie ai progressi scientifici e tecnologici compiuti negli ultimi anni. Gli studiosi sperano di comprendere gli adattamenti cellulari e molecolari che hanno permesso ai diversi organismi di prosperare nei diversi ambienti considerati. L’obiettivo è naturalmente proteggere gli ecosistemi costieri.
Ecosistemi, obiettivo salvaguardia
“La natura paneuropea di questo progetto – afferma Peer Bork, coordinatore del progetto Trec – garantisce la standardizzazione dei dati, il che facilita le operazioni di analisi e confronto”. La missione prevede inoltre l’uso di laboratori mobili per la microscopia ottica all’avanguardia, la preparazione dei campioni e la genomica a cellula singola. “Questa iniziativa – osserva Chris Bowler, direttore del Tara OceanS consortium e presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli – ci permetterà di guardare alle coste in un modo più approfondito. Studieremo infatti il mare e la terraferma in un modo integrato e più completo. Trec ci restituirà un’immagine più chiara degli ecosistemi, di come sono cambiati nelle ultime centinaia di anni e delle strategie più efficaci per proteggerli”.