Quando i bambini iniziano lo svezzamento, nella loro dieta insieme ai primi cibi deve essere introdotta gradualmente anche l’acqua. Naturalmente è più importante che mai scegliere bene l’acqua da offrire ai piccoli, dato che in questo periodo vengono per la prima volta inseriti nell’alimentazione alimenti diversi dal latte materno, fra i quali l’acqua appunto, che ha un valore cruciale durante questa fase di crescita e sviluppo.  “Nel neonato – spiega Alessandro Zanasi, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino e membro della International Stockholm Water Foundation -, la percentuale di acqua si aggira intorno al 75-85% della massa corporea, per raggiungere il 65% circa nell’adulto. Proprio in conseguenza della maggior percentuale di acqua che caratterizza la struttura molecolare del bambino, è importante che l’apporto idrominerale sia adeguato sia in termini di quantità ma anche di qualità, per poter fornire tutte le componenti nutrizionali necessarie per favorire una crescita corretta”.

Meglio minimamente mineralizzate
“Finché il bambino viene allattato al seno, non ha bisogno di ulteriori integrazioni di liquidi, mentre a partire dallo svezzamento è consigliato selezionare acque minimamente mineralizzate (residuo fisso < 50 mg/L) e oligominerali (residuo fisso tra 50 e 500 mg/L) con contenuto di nitrati ≤ 10 mg/L. Occorre quindi leggere bene l’etichetta per verificare la composizione, poiché acque troppo ricche di sali minerali e fluoro potrebbero sovraccaricare il lavoro dei reni, ancora non perfettamente sviluppati in questa fascia d’età” spiega l’esperto. Durante questa delicata fase occorre, inoltre, tenere monitorati alcuni segnali indicatori di un’inadeguata idratazione quali mucose secche, sonnolenza e pannolini frequentemente asciutti. La quantità e il tipo di acqua dipendono anche dallo state di salute del bambino, dalle sei attività e dal clima.