Sull’asteroide Bennu ci sono tracce di acqua. Lo ha rilevato la sonda della Nasa Osiris-Rex, che che è partita nel 2016 e ha viaggiato 2,2 miliardi di chilometri per raggiungere l’asteroide, una “roccia” di 500 metri di diametro di cui al momento sta studiando forma e composizione chimica da una distanza di circa 15 chilometri. In base a quanto rilevato, su Bennu non è presente acqua allo stato liquido, ma molecole composte da un atomo di idrogeno e uno di ossigeno, incorporate fra i cristalli delle rocce. E questo fa pensare che, se non su Bennu direttamente, ci sia acqua sul corpo celeste da cui l’asteroide si è staccato.

Bennu è “nato” 4,5 miliardi di anni fa
Per gli scienziati, Bennu è una sorta di reperto archeologico del sistema solare. Si ipotizza infatti che l’asteroide (e gli idrossili contenuti nelle sue rocce) si siano formati 4,5 miliardi di anni fa, quando anche la Terra prese forma. Dalla pioggia di comete e meteoriti il nostro pianeta potrebbe aver acquisito sia l’acqua che i composti organici che hanno favorito la comparsa della vita. Ma, ovviamente, gli studi sono ancora in corso. “Adesso aspettiamo – scrive la Nasa in un comunicato – che la sonda ci riporti dei campioni sulla Terra, nel 2023. Avremo notizie importanti sulla storia e l’evoluzione del nostro sistema solare”.