Gli italiani non hanno un’esatta percezione dell’acqua che utilizzano e nemmeno di quanto (poco) la paghino. Insomma, sottostimano consumi e costi. Eppure “l’oro blu” è una risorsa dal valorai inestimabile, specie in questo periodo in cui ce n’è davvero poca.
Per la precisione, il 72% delle persone sottostima il proprio reale consumo giornaliero d’acqua (220 litri pro capite). Allo stesso tempo, 9 italiani su 10 sovrastimano la propria bolletta. L’88,4% non conosce il costo unitario dell’acqua in Italia, ritenendolo il più delle volte troppo alto.

Il Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia
Il fatto che gli italiani sottostimano consumi e costi è una delle evidenze contenuta nel Libro Bianco 2023 “Valore Acqua per l’Italia”. Il report è giunto alla quarta edizione ed è realizzato dall’Osservatorio istituito dalla Community Valore Acqua per l’Italia 1 creata da The European House – Ambrosetti.

Tariffa idrica tra le più contenute d’Europa
L’Italia è, in realtà, uno dei paesi europei con la tariffa idrica più contenuta (2,10 €/m 3 ). Si spende meno solo in Bulgaria, Romania e Grecia, mentre in Danimarca si superano i 9 Euro al m 3. Nella vicina Francia il costo è quasi doppio rispetto al nostro Paese.
Gli italiani ritengono le proprie spese legate all’acqua troppo elevate, ma oltre la metà di loro (55%) non conosce il bonus idrico o le tariffe agevolate in vigore così come strumenti di monitoraggio dei consumi. In Italia, inoltre, il parco contatori installato ha un’età media di 25 anni (circa 20 milioni di pezzi in totale). Un fattore che rende più complessa l’installazione di strumenti tecnologici per il monitoraggio e la gestione dei consumi.

Le difficoltà delle imprese della filiera acqua
Una ricerca specifica che farà parte del Libro Bianco “Valore Acqua per l’Italia 2023” sulle aziende operanti nel Servizio Idrico Integrato (SII) ha anche esplorato le possibilità “green”.
La maggior parte delle aziende italiane che opera nel settore “acqua” (6 su 10) sta considerando di applicare o sta già applicando i criteri ambientali della Tassonomia EU nella definizione del proprio piano di investimenti. Sono forti però le difficoltà incontrate nell’interpretazione degli stessi criteri tecnici: l’83% riguarda la possibilità di corretta valutazione dei potenziali risparmi energetici e il 77% la misurazione delle perdite idriche lungo la filiera.

Gli ostacoli maggiori
Gli ostacoli maggiori sono la complessità della raccolta e valutazione dei dati e delle informazioni richieste, l’impossibilità di applicare alcuni parametri previsti dalla Tassonomia EU e la stessa interpretazione della metodologia di valutazione dei risultati.