Troppo facile dire solo… acqua. Bere è infatti fondamentale non solo per la sopravvivenza e la salute ma anche per le prestazioni sportive. Addirittura, ogni sport avrebbe la “sua” acqua: le caratteristiche minerali influenzano l’utilizzo ideale da farne, compreso per l’attività fisica. Lo spiega lo studio condotto dall’Istituto Nazionale per la Comunicazione per conto di Mineracqua, l’associazione dei produttori delle acque minerali italiane.
Le cellule funzionano… bevendo
“Bere nella quantità adeguata vuol dire permettere alle cellule e a tutti i loro preziosi meccanismi di funzionare, dunque mantenere un peso corporeo adeguato e una pressione arteriosa il più possibile giusta. Soprattutto chi fa sport è chiamato a reintegrare i liquidi ma anche i sali che vengono persi facendo attività sportiva. Eppure non tutti gli sport richiedono di bere allo stesso modo, le medesime quantità e la stessa tipologia di acqua”, ha detto Andrea Fabbri, Coordinatore Scientifico della Fondazione Acqua e Professore associato di endocrinologia all’Università di Roma Tor Vergata. La Fondazione Acqua ha anche redatto un vademecum sul consumo più corretto per ogni sport. In particolare, lo studio sottolinea che perdere anche solo l’1% del peso corporeo in acqua influisce negativamente sul rendimento fisico e sulle capacità cognitive, mentre una perdita del 2.5% del peso corporeo può addirittura danneggiare del 35% la nostra prestazione sportiva. La morale? Occorre che gli sportivi bevano prima, durante e dopo l’attività. Tra i minerali più importanti per gli atleti, spiccano il calcio, magnesio, potassio e sodio, tutti fondamentali per la buona salute di muscoli, nervi e ossa.
Conoscere l’apporto di sali minerali
“Le acque sono classificate in base alla quantità di sali minerali presenti in 1 litro di acqua. Questi sali minerali svolgono un ruolo estremamente importante per l’organismo, tanto da essere considerati micronutrienti, al pari delle sostanze che si assumono attraverso gli alimenti solidi. Sono presenti sul mercato acque bicarbonate, solfate, clorurate, calciche, magnesiache, fluorate, ferruginose, acidule, sodiche e queste definizioni sono leggibili sull’etichetta” afferma Ettore Fortuna, Presidente della Fondazione Acqua.
“Nel corso di sforzi intensi e ripetuti si verificano grandi cambiamenti dell’equilibrio metabolico acido-base” precisa il Prof Fabbri “a causa della produzione di acido lattico, con una riduzione importante del pH del sangue e del muscolo (fino a valori di 7.0 nel sangue e 6.4 nel muscolo). L’assunzione regolare di un’acqua bicarbonato alcalino-terrosa appare utile in medicina sportiva non solo per reintegrare la perdita di liquidi e riequilibrare il normale assetto idroelettrolitico ma anche per facilitare il tamponamento dell’acido lattico. Inoltre, in caso di performance particolarmente accentuate, oltre ai liquidi, è necessario ricorrere a una integrazione di sali”.
Calcio o golf?
Ad esempio, sport intensi come il calcio o il calcetto richiedono di non bere eccessivamente per non rischiare l’aumento di peso e la riduzione di sodio. Nelle attività intense, come anche il ciclismo, la corsa o la maratona, conviene consumare, per impedire l’acidosi lattica, un’acqua oligominerale, con un residuo fisso inferiore a 500 milligrammi per litro.Per sport meno intensi, come il golf, cc’è più libertà e lo sportivo può seguire il naturale meccanismo della sete. Sempre ricordando, però, che la corretta idratazione è fondamentale.